lunedì 9 settembre 2013

KYENGE E LE DICHIARAZIONI CONTRO IL "SUO" PAESE.














Non ce' dubbio che questo sia un periodo complesso, sia economicamente che culturalmente. Oltre alla crisi del denaro infatti, abbiamo anche una crisi che definire dei "valori" sarebbe riduttivo...
La gente e' sempre meno motivata, di lavoro ce ne' poco e sempre piu' spesso i soldi per studiare vengono a mancare. Non credo sia solo mia l'esperienza di amici che hanno rinunciato ad andare all'Universita' o che l'hanno abbandonata prima di laurearsi, semplicemente perche' non avevano piu' possibilità economica per potersela permettere. E questo e' davvero triste...

Con questi presupposti, spostiamo la nostra attenzione sulle "uscite" di un personaggio che dovrebbe essere il simbolo della coesione tra popoli differenti, ma le cui dichiarazioni lascerebbero pensare a tutt'altro: Parliamo di Cecile Kyenge, Ministro dell'Integrazione, ovvero colei che dovrebbe fare di tutto per unificare quegli animi sempre piu' tendenti al razzismo, sempre piu' estremisti, in un paese invece sempre piu' multiculturale, dove persone provenienti dagli stati piu' disparati convivono ormai "pacificamente".

Vorrei tralasciare la questione delle etnie e della globalizzazione, nel senso che certe "manovre" sono di fine palesemente destabilizzatorio, a cominciare dall'istituire un Ministero dedicato all'"Integrazione"… A proposito, ho cercato le "funzioni" di detto ministero sulla gazzetta ufficiale, sostanzialmente si tratta della promozione di iniziative e azioni di governo "nelle politiche settoriali concernenti intergrazione e immigrazione" e "per la prevenzione delle cause di discriminazione razziale o religiosa…" (http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2013/20130162/13A06156.htm) quindi sostanzialmente funzioni che spetterebbero ai Ministeri dell'Interno e delle Pari Opportunità, oltre che alla Farnesina.
Il fatto che alla guida di un ministero sostanzialmente superfluo abbiano messo la Kyenge poi, la dice lunga su quanto l'operazione sia di facciata.

Concentriamoci invece su una manciata di esempi di alcune sue dichiarazioni, che potete trovare facilmente online: "La clandestinità non è reato". "Capisco gli immigrati che si oppongono alle leggi Italiane" "Non mi sento completamente Italiana" "Posti pubblici agli immigrati". "Sostituiamo gli Italiani con giovani immigrati". "L'Italia è un paese di meticci". "Vedrete quando gli immigrati potranno votare". "Il mio compito è rieducare gli Italiani"
Ora, io sono abbastanza "famoso" per non essere particolarmente democratico, ma tutto quello che avete letto credo sia una chiara istigazione ad un'ulteriore tentativo di far dividere le persone, sembra davvero un modo per portare gli italiani a pensare in maniera ancora più estrema.
Già sento le malelingue, quelli rimasti ancora al "destra e sinistra" gridare "al fascista"…ma io non condivido nessuna delle frasi sopra citate...
Un'attenta osservazione di tali dichiarazioni infatti, ci fa ben comprendere che queste sono parole folli, parole che servono solo per aizzare degli animi che, come ho detto in precedenza, sono gia' abbastanza caldi, quando invece servirebbe far di tutto per placare determinate situazioni...
Queste mi sembrano davvero dichiarazioni di una persona che va contro il proprio paese.

Forse la Kyenge ha il "coraggio" di dire determinate cose proprio perche' non si sente completamente italiana? Eppure per sedere sulla poltrona dove sta comoda ora ha giurato sulla nostra costituzione, non su quella del Congo, suo paese natale.
Perche' dice di capire gli immigrati che si oppongono alla legge italiana? Se uno "sgarra" deve essere punito per legge, italiano o straniero che sia, e se fa qualche errore in Italia, deve essere punito dalla legge italiana.
Che poi cara Kyenge, forse e' meglio che vengan puniti qui questi immigrati piuttosto che nei loro paesi, data la legislatura che ci ritroviamo in questo staterello...
E poi proporre posti pubblici agli immigrati... Non me ne vogliano i perbenisti, ma prima i posti di lavoro si danno agli italiani, poi quelli che rimangono li diamo agli stranieri.
E si, vedremo quando gli immigrati potranno votare cosa voteranno, sono proprio curioso... Che sia la ribalta del Comunismo?

Ed infine, volevo analizzare la frase piu' bella, ovvero l'ultima: "Il mio compito è rieducare gli Italiani"... Sono d'accordo cara Kyenge, gli italiani sono da rieducare, ma forse nel verso esattamente opposto a quello che ha preso lei... Lei, assieme a tutti gli altri suoi amichetti, marionettata da quei poteri nascosti ed oscuri di cui parlo sempre (sono monotono, lo so), sta semplicemente portando il nostro popolo a pensare che gli stranieri siano uguali a noi.. Non e' cosi'! Dire che siamo tutti uguali e' una delle cose piu' errate, non siamo uguali. Abbiamo culture difefrenti, istruzione differente, eccetra, eccetra, eccetra, ...
Non e' questione di razzismo, ma e' semplicemente il desiderio di vedere il proprio paese rialzarsi n piedi, vedere la gente cambiare mentalita' affinche' capisca che ci state fregando tutti. Ma il mio paese cara Cecile, si chiama Italia e i suoi abitanti Italiani.

Veniamo tanto criticati all'estero, per la nostra incapacità di gestire le masse di migranti…i signori Svizzeri pare che nonostante i 65000 immigrati all'anno non se la passino male…(http://www.tio.ch/News/Svizzera/739807/L-immigrazione-in-Svizzera-non-ha-prodotto-danni/) come mai? Perchè non riusciamo a emulare il modello Svizzero? Quello che non dice l'articolo e' che se in Svizzera viene trovato un "Clandestino" (e li ci vuole veramente poco per essere considerato tale) viene portato alla frontiera più vicina senza possibilita' di revoca alcuna. Nemmeno ti fanno ripassare da casa a prendere la tua roba.
Sostanzialmente, di quelli in difficoltà, se ne fregano. Dobbiamo arrivare a questa mentalità al limite dell'umano? Se esiste una soluzione sta nel mezzo, e non la troveremo certo marcando le differenze etniche con espressioni come quelle sopracitate. Gli immigrati sono ben accetti, ma ci sono tanti padri di famiglia, miei connazionali che non hanno un lavoro, e per come la vedo io, la priorita' va a loro..

 [Nongio]

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