mercoledì 5 dicembre 2012

VIVERE DI MUSICA - SFATIAMO DEI FALSI MITI (ARTICOLO ALTAMENTE DEMOTIVANTE)




















Siamo tutti un po musicisti o musicanti, chi più e chi meno, abbiamo tutti fatto finta di essere delle rockstar qualche volta, molti di noi suonano sul serio. si dilettano nel canto o nella produzione musicale.

Ma è ancora possibile guadagnare realmente dei soldi con la musica?

L'industria musicale non va esattamente come la pensiamo, i meccanismi sono differenti da quelli che ci vengono proposti dai programmi televisivi ad esempio, o dalle radio mainstream.

Di falsi miti attorno a questo mondo ce ne sono a bizzeffe, alcuni sono vere e proprie leggende metropolitane, altri sono semplicemente dei casi sporadici che finiscono col far letteralmente sognare gli artisti, anche i meno bravi ed ambiziosi...

Ad esempio tutti noi abbiamo sentito delle allegre storielle su cantanti e band di periferia scoperte dal talent scout di turno in qualche pub poco rispettabile fuori città.
Ma quanto può essere vera una storia el genere?
Sicuramente da qualche parte nel mondo sarà capitato almeno una volta, ma non è un evento che si ripete spesso. I talent scout vanno quasi esclusivamente ad eventi organizzati da radio, major discografiche e cose di questo genere. E' raro che un produttore si trovi a bere una birra in uno dei peggiori bar di Milano davanti ai "L'albero dei Porcospini" che magari fanno anche della buona musica eh...

Mettiamoci ora nei panni di un produttore a cui viene assegnato il compito di trovare una nuova band che ovviamente sia vendibile, tutto questo da dover portare a termine in un mese (è ovviamente un'esagerazione).
Sulla sua scrivania ci sono almeno un centinaio tra demo e cd autoprodotti pervenuti da chissà dove.
Oltre alle normali attività lavorative, il nostro produttore si deve mettere ad ascoltare tutti quei cd, il 99% dei quali molto probabilmente conterranno musica già sentita e/o banale...
Il rischio per lo scout è quello di poter cadere in giudizi personali e quindi di non essere particolarmente oggettivo (come un "professionista" dovrebbe sempre essere) nel lavoro svolto.
Cosa fa allora? Si butta su internet e vede quale tra le band e gli artisti genera piu' rumore, fa piu' notizia...

Lo stesso discorso può essere fatto "invertendo i termini".
Un luogo comune è quello che mandando mail, scrivendo miriadi di post su facebook, volantinando "ad minchiam" prima o poi verrai notato da qualcuno.
E' vero, anche questo è possibile che accada. Ma ragioniamo: quanti sono davvero interessati a cercare (o meglio sperimentare) nuova musica?!
Quante mail, lettere, demo, ... riceve una casa discografica ogni giorno?!
Anche questa rimane quasi un'utopia...

Un paio di precisazioni sulle demo tra l'altro le farei.
Ho parlato con alcuni ragazzi membri di varie band che mi dicevano "Ma noi la demo ce la facciamo home made, tanto è uguale".
Ecco, anche no. Non è uguale. Una demo fatta home made, anche se ben registrata e curata, non sarà mai al livello di una demo registrata in uno studio ben attrezzato e con tecnici del suono specializzati.
Il mio consiglio quindi è: mettetevi i soldi da parte, aspettate magari anche due anni prima di fare una demo e solo allora registratela. So che è difficile, ma in molti ce l'hanno fatta.
Con una demo ben fatta avrete sicuramente più probabilità di far carriera nel mondo della musica o almeno di essere notati, anche se questo rarissimamente accadrà.

Un'altro mito da sfatare è quello che le major facciano crescere artisticamente le band.
Le major per principio cercano e scritturano solo gruppi musicali già affermati e con parecchi live alle spalle.
E' vero, la crescita c'è se sei sotto una casa discografica importante, ma devi comunque avere una base già di un certo spessore.
Non è vero invece che riuscire a firmare un contratto con un etichetta vi renderà ricchi e famosi...
E' proprio a questo punto infatti che inizia la vera gavetta, fatta di live, di soldi che in qualche modo dovete portare nelle casse della vostra casa discografica, perchè diciamocelo chiaramente, una band alla fine è un prodotto e se non fa fare soldi al "padrone" è meglio che se ne stia a casa...
Alcuni artisti dopo aver firmato un contratto non hanno nemmeno visto nascere il loro album, altri dopo tanta gavetta sono caduti nel dimenticatoio, altri suonano in giro per due spiccioli e son costretti a fare i musicisti solo per arrotondare...

E' anche vero che oggigiorno un'artista ha tanti altri metodi per far conoscere la propria musica: siti, myspace, itunes, ... ma è comunque complesso competere con tutto il resto degli artisti in circolazione, la concorrenza è tantissima e vivere di musica sta diventando sempre più difficile...

Ma come si dice... Se il prodotto è buono e innovativo, funzionerà!
Quindi se siete musicisti o musicanti... In bocca alla balena!


[Nongio]

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